Di seguito descriviamo brevemente alcuni musei che abbiamo visitato a Berlino, tenendo conto che abbiamo preferito archeologia, scienze naturali e
tecnologia rispetto alla pittura e ad altre forme d'arte.
I musei di Berlino che descriviamo qui sono soltanto quattro dei più grandi ma in città, tra maggiori e minori, sono molti di più. Per i piccoli musei
"Resistenza al nazismo" e "Otto Weidt" rimandiamo alla pagina che abbiamo scritto su Berlino città.
Il Neues Museum fa parte di un complesso di istituzioni culturali che si trova sulla famosa Museumsinsel (Isola dei Musei) e che comprende altri edifici
destinati all'esposizione di opere artistiche e archeologiche. L'isola si trova sul fiume Sprea (Spree) nel centro di Berlino.
Il museo raccoglie la collezione che una volta si trovava nell'Ägyptisches Museum, allora ospitato in una palazzina di fronte allo Schloss
Charlottenburg, alla quale sono state aggiunte vetrine dedicate alla preistoria e una sezione di arte romana.
L'opera più famosa del museo è il busto scolpito della regina egiziana Nefertiti, ma altri reperti esposti hanno catturato la nostra
attenzione, anche grazie alla buona audioguida in italiano fornita all'ingresso. Particolarmente evidente, oltre che pregevole, è la mastaba (tomba) di
Manofer maestro parrucchiere del 2350 a.C., ricca dei tipici bassorilievi raffiguranti il mondo dell'Egitto dei Faraoni. Tra le altre opere ricordiamo
un'altra immagine della regina Nefertiti, stavolta scolpita assieme al faraone consorte Akhenaton, e il gruppo scolpito della famiglia di Ptahmai.
Tra le opere romane si segnala lo 'Xanten Youth', una statua romana rappresentante un fauno con corona di ghiande, spine e grappoli d'uva.
Nella sezione preistorica vengono presentati manufatti risalenti agli anni tra il 10.000 e il 1.000 a.C. circa, uno scheletro di un grande cervo che visse in
Germania circa 10.000 anni fa e il celebre 'Berliner Goldhut', cappello cerimoniale in oro della tarda Età del Bronzo (1000-800 a.C.).
Non dimentichiamo la Collezione Schliemann con pezzi pregiati del cosiddetto "Tesoro di Priamo" (2000-3000 a.C.) proveniente dagli scavi dell'area di Troia.
Il Pergamon Museum è imperdibile per chi ha un pò di interesse per l'archeologia. Peccato che nell'agosto del 2019 era per metà in ristrutturazione,
ma la parte visitabile era comunque ampia e ci ha impegnati per tre ore e mezzo. Anche in questo museo è stata utile l'audioguida in italiano.
Non erano visibili alcuni reperti tra cui quello famoso che dà il nome al museo, cioè il fregio dell'Altare di Pergamo in Asia Minore, ma ci siamo consolati
con le testimonianze di Babilonesi, Assiri, Hittiti e di altri protagonisti della storia dell'antico Medio Oriente.
Al piano superiore abbiamo trovato più interessanti di quanto avevamo previsto le sale dedicate all'arte islamica.
La porta dell'antica Babilonia e la porta del mercato di Mileto di epoca imperiale romana, sono stati i reperti che più ci sono piaciuti ma anche tanti altri meno imponenti sono stati degni di attenzione. Tra essi le decorazioni con animali (leoni, tori, cavalli, draghi) provenienti da Babilonia, i bassorilievi assiri, alcune sculture degli Hittiti e il Traianeo con annesso mosaico romano.
Come accennato, non dimenticate l'arte islamica al piano superiore: copre un territorio e un arco di tempo molto vasti: dall'Europa meridionale all'Africa settentrionale, dal Medio Oriente fino all'India e alla Mongolia, per mille anni a partire dal VIII secolo d.C. Alcuni campioni esposti hanno una certa imponenza come nicchie di preghiera decorate e parti di edifici. Molti altri sono oggetti decorativi di pregio.
Quello che abbiamo apprezzato maggiormente del Museo di Storia Naturale sono la sala all'ingresso con gli scheletri dei dinosauri e la collezione sistematica
dei minerali.
Tra i dinosauri spicca i grande scheletro, in buona parte originale, del Brachiosauro, un gigantesco erbivoro rinvenuto in Africa da una spedizione tedesca
nel 1913. Altri scheletri di dinosauri sono qui presentati: l'Allosauro (noto carnivoro del Giurassico nord-americano), il Kentrosauro del
gruppo degli stegosauri e il Dicraeosauro. Lo scheletro del "Diplodocus carnegiei", lungo erbivoro relativamente snello, è invece uno dei tanti calchi distribuiti
per iniziativa di Andrew Carnegie, ricchissimo uomo d'affari e mecenate statunitense cui è stato dedicato il nome dell'animale.
Assolutamente da vedere, in una nicchia, uno dei pochi scheletri di Archaeopterix esistenti al mondo: questo animale, di epoca giurassica, è ritenuto una forma di passaggio tra i rettili e gli uccelli. Si tratta infatti di un rettile con limitate capacità di volo ma del quale il finissimo calcare in cui giace lo scheletro ha conservato l'impronta di penne e piume.
Il museo metteva in mostra temporaneamente lo scheletro di un "Tyrannosaurus Rex" ritrovato nell'Alberta, in Canada. Nessun museo nord-americano si prese la responsabilità di estrarre lo scheletro dai sedimenti in cui era conservato, ritenendo che sarebbero andato distrutto ma la faccenda attirò due miliardari che assoldarono delle maestranze che riuscirono a estrarre le ossa senza danneggiarle. Più tardi i figli dei due uomini d'affari decisero di prestare lo scheletro del T-Rex a vari musei e iniziarono da questo di Berlino per la sua lunga tradizione nello scoprire scheletri di dinosauri.
Questo grande museo ha secondo noi come punti di forza i settori dedicati all'aeronautica e alla trasmissione delle informazioni (informatica, macchine di stampa, macchine da scrivere ecc.). Sono degni di nota anche le sezioni dedicate ai trasporti ferroviari e marittimi. In un padiglione a parte si trovano le automobili.
Il museo è ospitato in un grande spazio dove prima della Seconda Guerra Mondiale sorgeva l'enorme Anhalter Bahnhof, della quale dopo i bombardamenti rimangono in piedi soltanto pochi muri e di cui è visibile ancora qualche binario.