I primi edifici di quella che sarebbe diventata Sydney risalgono al 1786 ed erano baracche di legno costruite dai primi deportati inglesi sotto la sorveglianza del capitano Phillip e dei suoi soldati. Adesso è la capitale dello stato del New South Wales, non sappiamo se è la città più importante dell'emisfero meridionale ma sicuramente è una metropoli che ci è parsa vivace e moderna. Come a Melboune, la sua popolazione ci è sembrata equamente divisa tra persone di origine europea e asiatica.
La nostra visita a Sydney inizia dal Queen Victoria Building, un centralissimo edificio ottocentesco con la statua della Regina Vittoria davanti all’ingresso in Park Street e che ospita un grande centro commerciale con bar e negozi. Oltre a questi, un certo interesse suscitano due orologi che pendono dal soffitto, uno sormontato dalla riproduzione di un castello inglese e l'altro con pannelli dedicati a episodi della storia australiana.
Usciti dal Queen Victoria ci spostiamo nella Market Street, forse la strada più importante del centro, e nel Pitt Street Mall sotto la Sydney Tower. Alla base della torre ci sono 5 livelli, alcuni dedicati ad uffici, altri al commercio e alla ristorazione. Al livello 4 c'è l' ascensore che porta alla piattaforma panoramica. La vista vale i 26 dollari a persona, inoltre per noi vedere dall'alto una città che non conosciamo è un evento al quale non rinunciamo appena è possibile. Oltre a vedere i grattacieli del centro ed altri edifici importanti, dalla sommità della torre ci si rende conto delle tante baie con cui il mare entra nel tessuto della città.
Percorsa Market Street fino al Pyrmont Bridge, lo percorriamo avendo a destra l'Acquario e l'Australian National Maritime Museum e a sinistra una delle insenature cui accennavo: la Cockle Bay con Darling Harbour. Abbiamo un paio d'ore da dedicare a un museo e piuttosto che l'Acquario visitiamo l'Australian National Maritime Museum. Questa struttura offre una buona panoramica delle attività marinare australiane incluse le vetrine dedicate ai navigatori e quelle concernenti gli immigrati, in particolare italiani.
Usciti dal museo passeggiamo per Darling Harbour, ricco di luoghi consacrati alla ristorazione, e sbuchiamo nel Tumbalong Park. Guardando verso il centro abbiamo
sempre vedute sui grattacieli del cuore della città. Anna visita il giardino cinese dove ha la sorpresa di trovare diversi innocui lucertoloni e iguane, tartarughe
e alcune specie di uccelli.
Percorrendo Liverpool intercettiamo George Street, la seguiamo verso il centro e passando accanto alla chiesa di St.Andrews e al City Hall torniamo di fronte al
Queen Victoria Building dove termina questa nostra passeggiata per Sydney.
Oggi cominciamo da Hyde Park, centralissima area verde dove vivono gli ibis e dove si trova l’ANZAC Memorial, cioè il monumento ai caduti durante le guerre combattute dall'esercito australiano, che sono molte di più di quanto immaginavo. Al lato est di Hyde Park si trovano l'Australian Museum, al quale abbiamo dedicato un paio d'ore domani prima della partenza, e la Cattedrale cattolica dedicata a St.Mary. Vicino ad essa, nella zona nord di Hyde Park c'è l’Archibald Fountain e appena oltre troviamo le Barracks, dove venivano temporaneamente ospitati degli immigrati nel XIX secolo.
Imboccata la vicina Art Gallery Road, dove c'è la Art Gallery of New South Wales che sulla facciata ha molti riferimenti a famosi artisti italiani, continuiamo in Macquaries Road ed entriamo subito nei Royal Botanic Gardens. Questo parco occupa un promontorio tra la Woolloomooloo Bay e la baia detta Farm Cove, è ricco di specie vegetali e ospita diversi tipi di uccelli, in particolare i cacatua. Verso est si vedono i grattacieli del centro con la Sydney Tower e più avanti si cominciano a vedere l'Opera House e l’Harbour Bridge. Il promontorio termina nel Mrs.Macquarie’s Point, dove si trova un sedile ricavato negli strati di roccia calcarea sul quale amava sedersi la moglie del signor Macquarie, quando egli era il governatore di Sydney.
Costeggiando la Farm Cove lungo la via pedonale, avendo a destra il mare e a sinistra i giardini, arriviamo all'Opera House. Le visite all’interno sono soltanto guidate ed è un peccato che non ci sia in italiano. A Melbourne c'è molta più attenzione che a Sydney verso la lingua italiana. Invece della visita al teatro dell'opera privilegiamo una gita in battello a Manly. I battelli partono dai moli del vicino Circular Quay, un'area molto affollata ricca di bar e nelle cui vicinanze transitano molti autobus e treni urbani ed extraurbani.
Manly Beach si raggiunge in mezz’ora di battello, durante la quale si possono vedere dalla baia sia l’Opera House sia l’Harbour Bridge oltre ai grattacieli del centro e i quartieri esterni. Manly sorge su un promontorio con un istmo che separa la baia di Sydney dall’Oceano Pacifico. Nel suo punto più stretto misura poco più di 300 metri e lo si percorre attraverso “The Corso”, la strada che collega la baia all’Oceano, fiancheggiata da negozi e punti di ristoro. Sulla riva del Pacifico si trova Manly Beach, una delle spiagge più famose di Sydney.
Tornati a Circular Quay, fatti pochi passi ci troviamo nel quartiere The Rocks, il luogo dove sorsero le prime baracche del primo insediamento inglese in Australia,
nel 1786. Nel piccolo quartiere c'è un buon numero di edifici ovviamente non così vecchi ma costruiti in mattoni e senz'altro più vecchi di tante costruzioni attorno.
Da The Rocks al Sydney Harbour Bridge il passo è breve. Trovato l'accesso pedonale, mal segnalato, saliamo prima su uno dei piloni di sostegno dai quali si ha un
discreto panorama che sarebbe più bello se il cielo non si fosse rannuvolato. Ci rifiutiamo di pagare 150 dollari australiani per salire in cima all'arco metallico
del ponte. Chi sceglie di salire lo fa lungo una serie di scalini, imbragato e sotto la supervisione di personale autorizzato.
Conclusa la visita al pilone percorriamo il ponte lungo la corsia pedonale, mettendo brevemente piede nel quartiere di North Sydney. Per curiosità entriamo nel vecchio Luna Park, con attrazioni semplici dedicate esclusivamente ai bambini (l'ingresso è gratuito, si pagano le singole attrazioni). Potremmo prendere un battello che attraversa la baia e ci deposita a Circular Quay ma intanto è tornato il Sole e poiché ci piace camminare rifacciamo il ponte in senso inverso. Da Circular Quay, dopo una sostanziosa cena in Macquarie Street, torniamo in albergo in zona Hyde Park.
La mattina del giorno della nostra partenza dall'Australia abbiamo dedicato due ore alla visita di questo museo. La nostra attenzione si è concentrata sulle collezioni relative agli aborigeni australiani e ai popoli del Pacifico e sulle collezioni dedicate agli animali: quelli preistorici, quelli tipici della fauna australiana e quelli imbalsamati provenienti da ogni parte del mondo. Purtroppo erano in parte in ristrutturazione le raccolte di minerali.