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Monte Tabor / Mont Thabor (m.3178), Alpi Cozie
11-12 agosto 2015

Questa montagna si trova interamente in territorio francese, in prossimità della val di Susa e non distante da Bardonecchia(TO). Vi si accede con una lunga camminata per sentieri, percorrendo la Valle Stretta o Vallée Etroite, passata alla Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Comincio a descrivere il secondo giorno, quello della salita al Mont Thabor. Dopo aver pernottato nell'accogliente rifugio Terzo Alpini (m.1790), di buon mattino io e un amico-collega partiamo per il Mont Thabor, attraversando dapprima i casolari delle Grange di Valle Stretta, dove un cartello indica 13 km e 4h30 per la nostra meta. La tempistica nel nostro caso si rivelerà esatta. Di fronte a noi il roccioso Grand Serù (o Serous, m.2889) sembra chiudere la valle. Il Thabor sta alla sua sinistra, ancora più lontano, ma noi dapprima non lo riconosciamo.
La stradina sale comodamente, poi diventa sentiero e più avanti si immette nella pista sterrata che passa più a monte. Arrivati al pianoro “de la Fonderie” (m.1897) un gradino sbarra la valle. Lasciato a destra il Pont de la Fonderie seguiamo a sinistra la stradina sterrata che con ampi tornanti supera il gradino arrivando alla Maison des Chamois (ca.2100), forse tuttora utilizzata come piccola colonia in quota per ragazzi. Il Grand Serù appare ora molto vicino.

Superiamo la “Maison”, arriviamo a un dosso con una grande croce e poi a un torrente. La nostra carta dice di lasciare a destra il ponte e proseguire lungo il torrente sul sentiero segnato come principale. Diamo retta alla mappa ignorando il suggerimento di due francesi che hanno campeggiato qui e ci dicono di tornare alla “Maison”. Più avanti il sentiero si innesta in uno più ampio, quello di cui parlavano i francesi e che si prende imboccando una ripida traccia davanti alla “Maison”, indicata da una freccia che non abbiamo visto.
Sbuchiamo quindi nell'ampio Prat du Plan da cui si vede bene il Mont Thabor con la “Chapelle” sulla cima. La cima appare tondeggiante diversamente dalle pareti e dai pinnacoli calcareo-dolomitici tutti attorno. Superato il torrente sul Ponte delle Pianche (m.2204), il sentiero sale su pascoli, si immette in una valletta argillosa ai piedi della parete del Grand Serù, sbuca in un altro pianoro e sempre su pascoli sale fino a unirsi al sentiero che proviene dal Réfuge du Thabor in un punto che la carta situa a quota 2727 e un po' a ovest del Col des Méandes (da non confondere con il Col des Muandes sempre in zona).

Il sentiero sale a sinistra a svolte un pendio calcareo e sbuca su una cresta detritica a circa 2850 metri. La percorre incontrando via via tre croci mentre sulla sinistra comincia ad apparire il Mont Pelvoux (m.3946). Terminata la cresta ci si trova di fronte il Mont Thabor. Ora vediamo che dalla cima con la Chapelle parte verso sinistra una cresta orizzontale che termina a una punta che sembra leggermente più alta. Il sentiero compie un traverso ascendente, ora su terreno argilloso, sbucando su un colletto a circa 3050 metri, da cui si ha una bella visione del gruppo degli Ecrins che culmina a 4102 metri.

Inizia ora la parte finale, la più faticosa. Si salgono un tratto abbastanza ripido, poi un traverso in salita e gli ultimi tornanti che portano alla Chapelle. Ora la cima a sinistra non mi sembra più alta ma superiamo comunque la Chapelle per scoprire che la cima del Thabor è una dorsale con un punto culminante e un paio di innocue protuberanze. Li raggiungiamo tutti.
Siamo partiti presto per cui in cima siamo ancora in pochi. In discesa incontriamo la processione degli escursionisti che stanno salendo.

Primo giorno: la Valle Stretta / Vallée Etroite. Lasciamo l'auto in un ampio parcheggio di Pian del Colle (m.1432). Al rifugio Terzo Alpini si può arrivare in auto o in navetta ma siamo venuti per camminare quindi prendiamo il sentiero pedonale. Entrati in Francia c'è il bivio tra il sentiero della “rive droite” e quello della “gauche”. Uno sguardo alla cartina e vediamo che il sentiero della “droite” è troppo vicino alla strada. Il sentiero della “gauche” sale dapprima in un bel bosco di pini uncinati, poi sbuca in un pianoro avendo a sinistra un'alta parete di roccia: è la famosa “Parete dei Militi”, eldorado dell'arrampicata sportiva. Più avanti passiamo il torrente al Ponte di Ranfauré, ormai in vista degli ultimi parcheggi, delle Grange di Valle Stretta e del rifugio Terzo Alpini.


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