Home page o elenco delle gite in montagna

Testa del Rutor (m.3486) dal Rifugio degli Angeli; Alpi Graie, Valle d'Aosta; 7-8 luglio 2017

La Testa del Rutor è una importante montagna tra il Gran Paradiso e il Monte Bianco. Sul versante nord, quello che guarda la valle di La Thuile, è presente il noto ghiacciaio del Rutor mentre sul versante sud, che guarda la Valgrisenche, troviamo il più piccolo ghiacciaio del Morion.
Sono già stato in cima al Rutor dal versante di La Thuile ma salire dalla Valgrisenche è stato come salire un’altra montagna perché l’itinerario è completamente diverso tranne la cresta finale, e poi sono passati 12 anni.

In due saliamo a pernottare al Rifugio degli Angeli al Morion (m.2916), per sentiero ben tracciato, portando con noi la normale dotazione alpinistica. Partiamo poco oltre la località Bonne, frazione del comune di Valgrisenche. Raggiunta la sede comunale proseguiamo in auto verso Bonne, che superiamo fino a vedere la partenza della sterrata per il Rifugio degli Angeli. Parcheggiamo in uno slargo della strada alcune centinaia di metri più avanti.
Il sentiero per il rifugio prima taglia i tornanti della strada sterrata fino alle case di Arp Vieille (m.2200). Poi sale ad un ampio pianoro dominato dal Rutor e dal Mont Arp Vieille e dove si trova il Ricovero Capitano Crova, utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Da qui il sentiero sale con continuità, stretto ma ben tracciato con ampi tornanti, fino al Rifugio degli Angeli.
Il rifugio è gestito da volontari che non hanno fini di lucro ma di sostegno all’Operazione Mato Grosso. La posizione della struttura è molto panoramica ed essendo piuttosto in alto offre una vista sia sulle cime della Valgrisenche sia sul Gran Paradiso e sui più lontani Grand Combin e Monte Rosa.
Dal rifugio individuiamo la prima parte della via di salita: si tratta di raggiungere per traversi un settore del ghiacciaio del Morion che, superato un crinale roccioso-detritico, salendo a sinistra ci guiderà verso il pendio-canale che sbuca sul Colle del Rutor dal quale arriveremo in vetta per la cresta nord-est, compiendo complessivamente un ampio giro in senso antiorario.

La mattina seguente partiamo circa alle 5.45. La prima parte della salita è una successione di traversi su nevai e su piccoli crinali di roccia detritica intervallati da salite più decise sulla nostra sinistra, per neve o detriti. Le tracce nella neve lasciate la scorsa settimana sono abbastanza labili perché rimodellate dal calore e talvolta gli ometti scompaiono. Andiamo quindi un paio di volte a istinto salendo decisi a sinistra ed entrambe le volte facciamo bene, in un caso troviamo anche una traccia di sentiero.
Mettiamo quindi piede sul ghiacciaio del Morion, che sembra privo di crepacci. La mia socia di oggi è tentata dalla diretta lungo il pendio che sbuca nei pressi della cima, visibile in questo momento proprio sopra di noi, io sono meno audace per cui andiamo per la via normale che fa un ampio giro in senso antiorario dove il pendio da salire è po' meno ripido. Ricompare una traccia che attraversa il ghiacciaio in leggera salita, con un lungo traverso, fino a immettersi appunto nel pendio sotto il Colle del Rutor (m.3373). Saliamo il pendio-canale che porta al colle in modo diretto su neve molle, con la pendenza che aumenta nella parte finale.

Arrivati sul colle siamo in ritardo sulla nostra tabella di marcia ma vediamo la cima vicina e la raggiungiamo su cresta di blocchi rocciosi con tracce di sentiero. Sull'altro versante il ghiacciaio del Rutor appare come una distesa di neve senza crepacci aperti e con una pista marcata. Sono le 9.30 e il tempo è magnifico. In totale abbiamo incontrato 4 persone, tutte sulla cresta e nessuna di loro è salita dal rifugio degli Angeli.

In vetta ci concediamo soltanto pochi minuti di sosta, poi la prima parte della discesa dal colle la facciamo su sfasciumi a lato del nevaio, in seguito ritroviamo la neve. I primi 50 metri li scendiamo faccia a monte piantando le punte della piccozza e dei ramponi. Attraversiamo una zona fortunatamente ristretta dove scaricano detriti, un sasso ci rotola vicino ma è sotto controllo, poi ci immettiamo nel traverso più lungo che percorre il ghiacciaio.
Ancora un po' di passi stanchi su detriti e neve, su quest'ultima seguendo rigorosamente le nostre tracce del mattino, e siamo al rifugio a mezzogiorno.
Il cielo comincia a rannuvolarsi ma il Sole prevarrà fino a metà pomeriggio consentendoci di scendere all’auto senza incappare in temporali.


HOME... MONTAGNA... VIAGGI... SPORT... LIBRI... RICETTE