Il rifugio è di proprietà della sezione di Desio del CAI e ricorda il concittadino alpinista
Achille Ratti divenuto Papa Pio XI. E' conosciuto anche con il nome di Weisskugelhutte. Si trova in fondo alla Vallunga, quasi al confine con l'Austria,
e al cospetto del gruppo della Palla Bianca/Weisskugel (m.3738).
I ghiacciai sono ancora presenti (luglio 2009) sebbene siano impressionanti il ritiro e la
diminuzione di volume guardando le foto di inizio XX secolo.
Si può effettuare un giro ad anello utilizzando i due sentieri da che partono dalla piccola località
di Melago/Melag. Con passo tranquillo calcolare 2 ore e mezza per salire e due ore per scendere.
Da Melago (m.1912) seguiamo le indicazioni per il rifugio, superiamo subito un torrente e arriviamo
al bivio: scegliamo il sentiero che sale a sinistra e con una serie di stretti tornanti ci fa superare 200
metri di dislivello giungendo a un crocifisso.
Da qui il sentiero prosegue alto sul fondovalle, guadagnando quota gradualmente con un lungo
traverso e offrendoci la vista delle montagne che chiudono la valle a est e a sud: Punta di
Vallelunga, Palla Bianca, Cima Barba dell'Orso, Cima della Fontana (tutte superiori ai 3300 metri e
con i loro ghiacciai).
Più avanti il sentiero attraversa una valle laterale nettamente marcata che scende dalla
Punta del Lago Bianco e dalla Karlespitz. Poi quasi pianeggiante riceve a destra il sentiero numero
2 che con molti tornanti sale dal fondovalle. Dopo un laghetto, con una breve serie di tornanti
raggiunge il rifugio.
Torniamo lungo il sentiero numero 2 che, diversamente da quello dell'andata, scende ben presto
deciso verso il fondovalle raggiungendolo poco prima della Melager Alm (m.1970, posto di ristoro).
Da essa un tratto pianeggiante di circa 2,5 km conduce al punto di partenza.
Questo rifugio si trova alla testata della Val Senales e ai margini della zona sciistica.
Se gli impianti sono tutti funzionanti, e ciò non accadeva nel luglio 2009, può essere raggiunto
salendo con la funivia dei ghiacciai e scendendo con due seggiovie.
Il sentiero di salita è pittosto lungo ma solo in pochi tratti ripido ed è completamente
indipendente dalla funivia dei ghiacciai. In salita abbiamo impiegato circa 2 ore e mezza.
Una variante che a noi non piace consiste nel salire lungo una stradina sterrata dalla parte
opposta della valle. Paesaggisticamente ci sembra più valido il sentiero.
Da Maso Corto prendiamo il sentiero numero 3. La prima parte consiste nel salire ad un vasto pianoro
a circa 2500 metri, tenendo sulla destra un impianto di risalita chiuso in estate. Nel primo tratto
il sentiero sale deciso, poi la pendenza diminuisce. Alle nostre spalle si fa sempre più visibile
il gruppo della Punta Saldura (m.3433).
Si percorre il pianoro con un lungo arco mentre il rifugio diventa visibile verso nord sul passo
(Giogo Alto di Senales). Si passa sotto un altro impianto di risalita chiuso in estate lasciando a
sinistra l'aguzza e dirupata Punta delle Frane.
Con un tratto quasi pianeggiante si arriva alla base delle rocce che difendono il passo, si lascia
a sinistra il lungo itinerario per la Palla Bianca e salendo più ripidamente lungo il sentiero
si sbuca sul passo dove sorge il rifugio. In questo ultimo tratto abbiamo superato due piccoli
nevai (luglio 2009): dove l'itinerario era più esposto erano presenti corde come mancorrenti.
Sul passo la vista si apre sul ghiacciaio Hochjoch (con in alto gli impianti per lo sci) e sulle
montagne che dalla Punta di Finale/Finail Spitze (m.3514) proseguono a nord in Austria, dove
tutto il massiccio prende il nome di Oztaler Alpen.
Il celebre Uomo del Similaun ("Otzi") morì cinquemila anni fa non distante da qui, precisamente
sul Giogo di Tisa poco a est della Punta di Finale.
Dal rifugio in un quarto d'ora di sentierino si raggiunge il confine in località Giogo Alto/Hochjoch,
senza però aggiungere nulla al panorama. Dopo pochi metri in Austria sorge il piccolo edificio
della dogana (Zollhutte, chiuso).
Non siamo arrivati al rifugio ma ci siamo fermati col maltempo ad un grande
ometto a circa 2500 metri. Ci sembra giusto sottolineare che il sentiero che
dalla stazione della teleferica comincia a salire verso destra, dopo una serie di comodi tornanti
diventa stretto e attraversa pendii piuttosto ripidi. E' stato soprattutto questo ad averci consigliato
di tornare, anticipando la pioggia.
Il rifugio si trova sul versante sinistro orografico (destro salendo) della Val Mazia, meno ricca
di montagne famose rispetto a valli vicine e meno sfruttata turisticamente.
Dopo il paese di Mazia/Matsch si percorrono alcuni chilometri fino all'albergo alla fine
della strada.
Dal parcheggio prima dell'albergo (m.1824) si sale per ampia strada sterrata fin quasi alla Malga
Mazia (Matscher Alm m.2045).
Lasciata a sinistra la stradina che sale alla Malga Mazia, la nostra sterrata supera il
torrente (Rio Saldura) e, passando dalla Malga Mazia di dentro (Innnere Matscher Alm m.2022), lo
costeggia in un tratto dove la valle è più stretta. La valle si allarga più oltre,
dove a 2200 metri si trova la stazione della teleferica che rifornisce il rifugio. Proprio il
rifugio adesso è visibile in alto davanti a noi. Fin qui si è percorso un lungo tragitto con poca
pendenza.
Ora si possono scegliere due sentieri. Noi abbiamo scelto il numero 1, quello che sale subito a
svolte verso destra, come detto all'inizio. Non siamo in grado di fornire indicazioni sul numero 2
che continua sul fondovalle e sale più avanti.