Rifugio Monzino (m.2561), Gruppo del Monte Bianco, Valle d'Aosta
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Caratteristica del percorso classico per il rifugio Monzino, lungo la valle del ghiacciaio e del torrente Freney, è che tutte le zone rocciose sono attrezzate con numerose staffe coadiuvate dai cavi, risultato di una revisione del 2008. Purtroppo ho scattato poche fotografie perché onestamente la via ferrata mi ha impegnato abbbastanza, in quanto mi avventuro raramente su questo tipo di percorsi.
Oggi siamo tre amici. Lasciamo l'auto in Val Veny, dove superati i campeggi e la Caserma e prima di arrivare alle località Chalets du Miage e La Visalle, una stradina
sulla destra conduce dopo pochi metri a un ampio parcheggio da cui parte l'itinerario. Iniziamo sul sentiero n.16. Dopo il primo tratto nel bosco e il guado del torrente Freney in mezzo alla
pietraia, si sale verso il primo tratto attrezzato, dove le staffe e i cavi aiutano a superare una serie di placche, alcune quasi verticali.
Più avanti un sentiero sale a svolte su erba e detriti per il ripido pendio che porta alla parete nerastra dove si trova il tratto principale della via
ferrata (mi ricordo che quando arrivai qui con mia moglie nel 2005 ci fermammo sotto la parete, senza proseguire, e siamo sicuri che su questa parete non
c’erano staffe ma solo delle catene).
Attacchiamo quindi la parete, con imbragatura e set da ferrata già indossati. All’inizio ci sono due percorsi che si congiungono più in alto. Quello a
sinistra è un po' meno inclinato, ha un po' meno staffe e più appoggi e segue il vecchio tracciato, quello a destra è più verticale, ha quasi assenza di
appoggi e ha più staffe. Salgo con quello di sinistra e scenderò con l’altro. Più avanti la pendenza diminuisce e gli appoggi aumentano.
Usciti dal settore principale di ferrata si tratta di salire ancora per sentiero su ripido pendio e poi superare l’ultimo tratto di parete. Solo che mi
trovo improvvisamente a corto di fiato, ansimo, non riesco a prendere il ritmo e sono alcune volte sul punto di fermarmi. Forse ho chiesto troppo alla mia
età non più verde con quella serie di rampe ripide da salire in ferrata. Devo ringraziare i miei due amici che mi hanno incitato a proseguire, io da solo
mi sarei fermato preoccupato perché oggi le uniche nuvole della Val d’Aosta sembrano concentrarsi sul Monte Bianco e questo non mi piace visto il ritardo che
sto accumulando, anche se sembrano nuvole più da nebbia che da pioggia.
L’ultima parte di ferrata, abbastanza breve, consiste principalmente nel salire una spaccatura inclinata. Poi un ultimo tratto di sentiero porta prima
sulla sella alla base dell’Aiguille du Chatelet e quindi a destra al rifugio. Il luogo è molto suggestivo, tra i ghiacciai del Brouillard e di Freney,
ai piedi dell’aguzza Aiguille Croux (m.3251) e con vista sull’Aig.Noire con un primo piano del Pic Gamba. Per salire ho impiegato un po' più di 3 ore, contro le
2h30 indicate dal cartello, i miei due compagni se non si fossero fermati alcune volte ad aspettarmi avrebbero rispettato il tempo indicato.
La discesa non ci dà problemi, in particolare non crea problemi a me anche se di solito evito i tratti verticali: troppi i cavi,
le staffe e gli appoggi naturali per trovarmi in difficoltà. Dove ci sono appoggi talvolta li trovo più comodi delle staffe.
Non sono abituato a valutare le vie ferrate comunque anche tenendo conto delle numerose attrezzature mi sembra un pò superiore alle classiche "facili".
Abbiamo inoltre cercato l’attacco della via attrezzata Glarey, quella che si percorreva una volta senza attrezzature per andare alla Capanna Gamba, poi distrutta.
Se la volete percorrere, il mio consiglio ad oggi (ottobre 2017) è di informarsi bene. Poi, superato il torrente che scende dal ghiacciaio Freney, lasciare
a destra il sentiero tradizionale (n.16) per il rifugio Monzino e prendere a sinistra per il sentiero n.18 diretto allo scomparso lago delle Marmotte (il cartello
era abbattuto). Dopo il guado del torrente Miage salire sul filo della morena che sta di fronte, almeno fino a un grande masso. Poi, appunto, informarsi bene.
La via Glarey si svolge sul versante ovest (Brouillard) dell'Aiguille du Chatelet e non su quello est (Freney) come l'itinerario normale che abbiamo seguito noi.