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Rifugi in val Masino

I rifugi della val Masino sono collegati in quota dal famoso Sentiero Roma. Io li ho raggiunti separatamente partendo dal fondovalle. Negli anni dal 2014 al 2022 ho visitato i rifugi Gianetti, Allievi e Ponti. Al rifugio Omio sono salito nel 2010 e addirittura nel lontano 1982 ma di queste due escursioni non ho documentazione fotografica.

Rifugio Gianetti (m.2534)

Il sentiero parte da Bagni Masino. Dopo un primo tratti in salita, il sentiero diventa per un pò pianeggiante e passa in mezzo a due enormi massi appoggiati l'uno contro l’altro lasciando libera una strettoia detta "le Termopili".
Più avanti il sentiero sale a lungo tra la vegetazione, passando accanto a pareti di roccia da cui scendono cascate. In questo tratto, sull'altro versante, avvisto un capriolo. Alla fine di questa salita si sbuca nel vasto Piano del Porcellizzo, dove la vista si apre sul Pizzo Badile, sul Pizzo Cengalo e sulle altre montagne granitiche alla testata della valle.
Attraversato il pianoro si comincia a salire sul pendio a sinistra, destra orografica, su un terreno detto "ganda", caratterizzato da erba e lisci massi affioranti, dove più che su sentiero si procede su zolle erbose e sui massi, guidati dai segni e dalla posizione del rifugio, visibile più in alto.
Un cartello all'inizio del sentiero indicava 3h15 come tempo di salita per un camminatore allenato, io ho impiegato poco meno di 4 ore comprese brevi soste fotografiche e per spuntini.

Rifugio Allievi-Bonacossa (m.2385)

La prima parte dell'itinerario percorre comodamente il fondovalle della val di Mello. Un cartello lungo il sentiero di fondovalle indica 4h15 per il rifugio Allievi-Bonacossa come tempo di salita per un camminatore e 5h30 per una famiglia. Per salire impiegherò poco meno di 4 ore, in totale camminerò per circa 7 ore.
Quando il sentiero si stacca dal fondovalle un cartello indica 3 ore per il rifugio Allievi-Bonacossa. Il sentiero risale la Val di Zocca presentando spesso tratti abbastanza ripidi. Sono immerso nel regno della granodiorite detta "Ghiandone", tra pareti leggendarie per gli arrampicatori. Man mano che si sale, alcuni spuntoni che sembravano toccare il cielo si rivelano semplici "spalle", però di difficoltà estrema.
Alla Croce Parravicini, ingresso dell'ampio Pianone di Zocca, si ha una bella vista delle cime alla testata della valle, tra cui la Cima di Castello, il punto più alto del "plutone" granitico-granodioritico Masino-Bregaglia.
Attraversato il pianoro, rimangono da salire gli ultimi 400 metri di dislivello lungo il sentiero che conduce al rifugio.

Rifugio Ponti (m.2559)

Escursione breve, al cospetto del monte Disgrazia, e inevitabilmente con un tratto faticoso, quello mediano.
Appena lasciato il parcheggio, il sentiero costeggia in piano sulla sinistra il Piano di Predarossa, una torbiera percorsa dai meandri dei torrenti, valendosi anche di passerelle di legno. Supera poi un gradino e sbuca in un altro pianoro. Poco più avanti sale decisamente verso sinistra, destra orografica, su uno spallone di erba e roccia, con un tracciato a tornanti con molti sassi affioranti: è il tratto più faticoso.
Dopo questa salita ci si trova su un terrazzo alto sul fondovalle e, tra erba e rocce, il sentiero sale gradualmente fino a raggiungere il rifugio Ponti, avendo di fronte la mole del monte Disgrazia e a destra le rocce rosse dei Corni Bruciati.
Per salire ho impiegato 2 ore senza forzare, per scendere quasi lo stesso, un pò perché me la sono presa comoda e un pò per i tratti pianeggianti.


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