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Rifugi del Bernina
Anna e Andrea; 1994-1999, 2010 e 2018

Versante svizzero

Suggeriamo tre escursioni ad altrettanti rifugi nel versante elvetico del gruppo del Bernina. Si cammina in vista di vette e ghiacciai in un ambiente naturale spesso ancora integro.
Le nostre gite a questi rifugi risalgono ormai agli anni tra il 1994 e il 1999.
Capanna Boval (m.2495). Sentiero con pendenza regolare, spesso lungo il filo della morena, tranne nell'ultimo tratto dove supera a tornanti il gradino roccioso su cui sorge il rifugio. Splendida la vista sul Pizzo Bernina (m.4049) e sulla parete nord del Pizzo Palù (m.3905).
Dislivello: circa 600 metri. Tempo di salita: 2 ore
Capanna Tschierva (m.2573). Prima seguiamo il sentiero pianeggiante della Val Roseg (5 km.). Poi prendiamo il più stretto sentiero che con 600 metri di dislivello risale il fianco della valle fino al rifugio, posto in vista della tride Bernina (m.4049), Scerscen (m.3971), Roseg (m.3937). Durante l'escursione abbiamo avvistato molti animali: un capriolo e uno scoiattolo nella parte bassa della Val Roseg, marmotte e camosci nella parte alta.
Tempo di salita: 1 ora per la Val Roseg poi altre 2 ore per il rifugio.
Capanna Coaz (m.2610). La funivia di Silvaplana consente di raggiungere facilmente la Fuorcla Surlej (m.2755). Magnifico panorama su Bernina, Scerscen, Roseg. Da qui un lungo tratto pianeggiante, che può risultare anche noioso, in circa 2 ore porta al rifugio, posto a sbalzo sul ghiacciaio del Roseg e in vista delle cime del Piz Gluschaint (m.3594). Nel ritorno, invece di tornare alla Fuorcla Surlej, abbiamo preferito scendere per la lunghissima Val Roseg fino a Pontresina, dove ci aspettava il pullman della nostra gita.


Versante italiano

Partendo dalla Valmalenco si possono fare escursioni a vari rifugi del gruppo. Le nostre gite risalgono alla fine di agosto 2010.

Rifugio Bignami (m.2401). Si lascia l'auto a Campomoro (m.1990) oppure 1,5 km più avanti, sotto la diga dell'Alpe di Gera (ampio parcheggio).
All'inizio si sale sul muro della diga, in diagonale su cammino di cemento sbucando in cima sul lato est della muraglia. Da qui cominciano alcuni sentieri. Percorrendo la diga ci si porta sul lato ovest, da cui un sentiero sale con pendenza regolare lungo il pendio del Monte Moro avendo alla destra le acque del lago di Gera e di fronte il Piz Varuna (m.3454). Nell'ultima parte con alcuni tornanti raggiunge il rifugio Bignami (1 ora dalla cima della diga), da cui si vedono il Pizzo Zupò (m.3996)e il ghiacciaio di Fellaria.
Per il ritorno un itinerario più lungo consiste nel fare il giro del lago di Gera, su sentieri sempre evidenti. In questo caso considerare che raggiunto il rif.Bignami si è fatto circa il 30% dell'itinerario. Dapprima si scende dalla parte opposta verso la fine del lago, che si costeggia scavalcando alcuni ruscelli su ponti di legno in vista di alcune cascate. Cento metri di salita portano ai 2213 metri dell'alpe Gembré (bella vista su Piz Zupò e Piz Argient). Dopo un tratto in discesa che conduce quasi sulla riva del lago, un passaggio scavato nella roccia introduce ad altri 100 metri di salita verso l'Alpe Poschiavina. Attraversato il torrente, in discesa e poi in piano si torna alla diga e da essa al punto di partenza.
Dislivello: circa 600 metri per rifugio e giro del lago. Tempo: circa 3.30 ore per rifugio e giro del lago (soste escluse).

Rifugio Longoni (m.2450). Ci sono almeno due itinerari per raggiungere ai rifugio dalla Valmalenco. Uno parte da Chiareggio e passa per l'Alpe Fora, quello che descriviamo noi parte da Braccia, piccola località sopra San Giuseppe.
Da Chiesa Valmalenco andare in auto verso Chiareggio, poco oltre la chiesetta di San Giuseppe deviare a destra (indicazioni per Palù, Barchi, Entova e altre). Poco più avanti, invece di dirigersi verso Barci tenere la sinistra e con strada a tratti ripida ma asfaltata raggiungere un parcheggio a circa 1650 m. oltre il quale c'è una stanga.
Si prosegue a piedi sulla strada, ora più stretta e sterrata e vietata al traffico non autorizzato. Dopo alcuni tornanti si effettua un lungo traverso che conduce all'Alpe Entova (m.1917, un'ora). Da qui sulla destra si stacca un sentiero-scorciatoia. Noi abbiamo proseguito per la stradina che continua in traverso con vista sul sottostante lago d'Entova e poi riprende a salire a tornanti fino a quota 2300 circa, sotto i salti rocciosi (propaggini della sassa d'Entova) sui quali sorge il rifugio. Fin qui abbiamo beneficiato del panorama sui monti Braccia, Disgrazia, Sissone, Fora, Tremogge, Malenco, Sassa d'Entova.
La strada prosegue verso la sua destinazione originaria, cioè il rifugio Entova-Scerscen oggi (agosto 2010) abbandonato da anni. Le segnalazioni per il rifugio Longoni fanno deviare a sinistra su un sentierino che con molte svolte giunge sotto l'ultimo salto roccioso prima del rifugio. Aggira il roccione sulla sinistra, si unisce all'itinerario che arriva da Chiareggio, svolta a destra per sbucare su un pianoro e raggiungere il rifugio.
Il panorama comprende il monte Disgrazia e gli altri monti di Chiareggio, il Pizzo Scalino, i paesi di Chiesa e Caspoggio con sullo sfondo la catena orobica. Sotto il Monte Braccia si può distinguere il lago Lagazzuolo.
Tempo di salita: circa 3 ore.

Rifugio Carate Brianza (m.2636). Dal parcheggio della diga di Campomoro (m.1990) si percorre la prima parte della diga poi, non potendo proseguire oltre, si scende alla base del secondo muro a 1934 metri. Fin qui si può arrivare anche con una strada sterrata il cui imbocco deve trovarsi (noi non l'abbiamo cercato) poco prima di Campomoro.
Si comincia a salire piuttosto ripidamente sul fianco del Sasso Moro fino a sbucare a circa 2150 metri con vista sul Monte Disgrazia e sulla zona sciistica del Monte Motta. Si percorre un lungo traverso verso destra, lasciando a sinistra in basso l'Alpe Musella. Usciti dal bosco si vedono di fronte il rifugio Carate e la sovrastante Bocchetta delle Fiorbici con i vari dossi morenici che si dovranno superare per raggiungerli.
Il sentiero li scavalca uno dopo l'altro, con tornanti all'inizio più stretti poi più ampi. Si cammina tra i fischi delle marmotte e con un pò di fortuna e di attenzione si potrà scorgere qualcuno di questi roditori.
Raggiunto il rifugio portarsi in 5 minuti alla Bocchetta delle Fornici per vedere il panorama che va dai pizzi Malenco e Tremoggia fino al Piz Roseg e al Monte Scersen passando attraverso la catena Gluschaint-La Sella-Gemelli-Punta Sella. Spostandosi di qualche metro sulla sinistra su un praticello (attenzione al bordo!) si riuscirà a scorgere la cima del Pizzo Bernina.
Dalla bocchetta il sentiero prosegue verso il rifugio Marinelli mentre dal rifugio Carate un sentierino sulla sinistra porta in circa un'ora sul Monte delle Forbici.
Tempo di salita: 2-2.15 ore dalla base della diga fino al rifugio Carate.

Rifugio Marinelli-Bombardieri (m.2636). Agosto 2018: non ero ancora salito a questo rifugio nonostante la sua notorietà e la sua posizione invidiabile e per estendere la classica gita giornaliera ho deciso di pernottarvi.
Itinerario di salita: arrivo funivia - rifugio Motta - Passo Campolungo - Alpe Campolungo - tratto in discesa anche seguendo una pista da sci e poi tratto pianeggiante fino all'Alpe Campascio - rifugi Musella e Mitta - rifugio Carate - Bocchetta delle Forbici - rifugio Marinelli.
Itinerario di discesa: a ritroso fino all'Alpe Campascio, poi ho deviato per Franscia da cui col sentiero che taglia la strada ho raggiunto la frazione Tornadri di Lanzada.


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