Ho fatto questa salita in aprile, in condizioni di innevamento totale e con neve trasformata. Come equipaggiamento per
la progressione abbiamo utilizzato i bastoncini telescopici e alternativamente racchette da neve e ramponi.
Primo giorno: salita al rifugio Crete Seche (m.2390).
Raggiugiamo il rifugio dapprima con il vecchio sentiero che
taglia i tornanti della strada interpoderale che parte dalla frazione Ru (m.1695) di Dzovenno (alta Valpelline).
Poi, a partire da circa 2000 metri saliamo per la scorciatoia, a lungo innevata, che con tracce di sentiero percorre il
crinale che scende a perpendicolo dal rifugio, evitando così il traverso finale (ore 2.30).
Dal rifugio saliamo verso il ben visibile bivacco Spataro tenendoci sulla destra del vallone (sinistra idrografica). Lasciato il bivacco sulla nostra sinistra attraversiamo la conca detta “Pian de la Sabla” chiusa a nord da un pendio che rimontiamo in diagonale verso sinistra. Si accede così allo sbocco del canale (a circa 2700 m.) che scende dal colle del Mont Gelé. Attenzione: il canale meno ripido si trova al di là di un costone roccioso.
Piegando nettamente a sinistra nel canale e salito quest’ultimo per circa 200 metri di dislivello
ci troviamo sul piccolo ghiacciaio dell’Aroletta. Sulla destra compare il Monte de la Balme, che poi costeggeremo sul versante
ovest. Attraversato un tratto in leggera pendenza affrontiamo un nuovo pendio piegando a destra per raggiungere
il colle del Mont Gelé a circa 3180 metri. Da qui la cima è visibile a nord-ovest.
Puntiamo a nord lungo il crestone verso il Mont de la Balme che poi lasciamo sulla destra. Scavalchiamo un costone ripido e
ci manteniamo sempre un po’ sotto la cresta tra il Mont de la Balme e il Mont Gelé. La pendenza diminuisce, lasciamo a
destra il col de Balme (m.3320) avvicinandoci alla cima. Una croce indica il punto più alto, un po’ avanzato rispetto alla
tozza elevazione che chiude la cresta. Un ultimo pendio, salito a serpentine (roccette sepolte dalla neve), ci porta da circa
3380 metri al punto sommitale (m.3518). La mia socia di oggi, un pò più allenata, ha impiegato 3.45 ore dal rifugio, io 4 ore.
Belle vedute ad ovest sul Grand Combin e sul Mont Vélan (il M.Bianco era coperto dalle nuvole), a nord sul gruppo Mont Blanc
de Cheilon – Ruinette, a est sul ghiacciaio di Otemma dietro cui spunta la Dent Blanche, a sud sulle montagne della
Valpelline e in primo piano sul roccioso gruppo del M.Morion.
In discesa fare attenzione, dopo il tratto quasi piano che segue la discesa dal colle del Mont Gelé, ad imboccare lo stesso
canale di salita. Per non sbagliare occorre non portarsi troppo a destra altrimenti si imbocca un pendio un po’ più ripido, come è capitato a noi.