Punta Giordani m.4046
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E' il "4000" più meridionale del Monte Rosa e si trova lungo la cresta che dalla Punta Gnifetti
scende verso Punta Indren e il Passo dei Salati.
Per salirla abbiamo pernottato al rifugio Città di Vigevano (m.2864), raggiunto comodamente
con la funivia. Da qui la salita è stata semplice ma lunga, per noi che viviamo un'ascensione su
ghiacciaio come un'eccezione. Si tratta pur sempre di 1200 metri di dislivello che terminano a
quota 4000.
Il ghiacciaio, in questo 11 agosto 2009, presentava neve abbondante, compatta ma non ghiacciata.
Abbiamo fatto attenzione nel superamento di un paio di crepacci nella parte alta della via.
Partiamo alle 6 dal rifugio Città di Vigevano. Conosciamo bene la prima parte, fino a Punta Indren
scavalcando lo Stolemberg. Sappiamo che è piuttosto accidentata (sentierino,
roccette, contropendenza) ma ci sorprende l'averci impiegato ben un'ora e 40 (evidentemente gli
zaini ci pesano).
Relazioni alla mano ci portiamo verso il centro del ghiacciaio d'Indren, sull'itinerario per il rifugio
Gnifetti, fino alle rovine del secondo skilift. Ci leghiamo in cordata, calziamo i ramponi
e saliamo dritti seguendo le piste dei ramponi di due ragazzi che ci precedono e puntando
ad una traccia sotto le rocce della cresta che sulla destra scende dalla Punta Giordani. La traccia
si dirige poi complessivamente verso il centro
del ghiacciaio fino a circa 3500 metri, più o meno all'altezza della stazione di arrivo del
vecchio skilift.
Da qui saliamo direttamente circa 100 metri di dislivello, lasciando a sinistra il caratteristico
seracco, dopo i quali la traccia risale il pendio a svolte. Sopra di noi abbiamo la Piramide
Vincent dalla cui base si stacca la cresta nevosa con all'estremità est la Punta Giordani.
Un secondo tratto più ripido ci porta oltre i 3700 metri, nella
parte alta della montagna. Ormai possiamo dire che oggi non salgono più di 10-12 persone.
Il tempo, da incredibilmente bello al mattino presto, ha visto il formarsi di
nuvole in basso. Poichè in alto continua a splendere il sole e le nuvole non sembrano spesse decidiamo
di continuare nonostante il ritardo sulla tabella di marcia. Superando con attenzione un paio di
crepacci e procedendo con ampie svolte, dopo un ultimo dosso nevoso raggiungiamo la cima.
Attenzione nel salire gli ultimi metri su roccette a gradini perchè esposti sul valsesiano
ghiacciao delle Piode (sarà che questo 2009 è stato un anno nevoso per cui la cuspide rocciosa
della cima era alta solo 4 o 5 metri).
Data la posizione della montagna il panorama sul massiccio del Monte Rosa non è molto vasto ma
offre la veduta ravvicinata della catena che va dalla Piramide Vincent alla Punta Gnifetti
attraverso il Corno Nero, la Ludwigshohe e la Punta Parrot, con le loro pareti di misto e le cornici
che orlano alcune creste. Le nuvole basse ci nascondono la vista
delle valli di Alagna e Gressoney, che però abbiamo già visto tante volte, mentre dietro la cresta
sud-ovest della Vincent fa capolino il Monte Bianco.
In discesa seguiamo la stessa via di salita nella parte alta. In basso aggiriamo il tratto ripido
mediante un'ampia curva e continuiamo tenendoci più vicini alla cresta che scende verso Indren. Osserviamo,
a distanza di sicurezza, un masso grande come una Cinquecento precipitare e spaccarsi lungo il
canalone tra il seracco e la cresta della Vincent.