Escursione tra la Val Veny e la Valle di La Thuile, al cospetto del versante del Miage del Monte
Bianco e dei suoi satelliti: Aiguille des Glaciers (m.3817), Aig. de Trélatete (m.3930), Aiguilles de Peuterey.
La camminata si svolge sempre su sentieri segnalati. Sono sentieri comodi, o addirittura strade asfaltate o sterrate nel
primo tratto, tranne che scendendo dal Mont Fortin verso la Val Veny dove il sentiero è stretto e percorre un buon tratto su
ghiaione ma è sempre evidente.
Questa escursione è conosciuta e spesso descritta, tuttavia il suo interesse panoramico merita una relazione. Anche i
pascoli della zona del Col di Chavannes, sul versante di La Thuile sono veramente ameni e costellati di piccoli laghi.
Inoltre abbiamo usufruito di una di quelle giornate in cui il cielo si mantiene limpido fino a sera.
L'itinerario è circolare a partire dal ponte del Combal. All'inizio, e alla fine, si percorre invece la strada della
Val Veny a partire da La Visalle, dove è chiusa al traffico.
Naturalmente il giro può essere percorso in senso inverso: in questo caso ci sarà una ripida salita al Mont Fortin seguita
da una lunga discesa, molto dolce tranne nel tratto Col di Chavannes-fondovalle della Val Veny.
Abbiamo impiegato circa 7 ore e mezza, comprese le frequenti soste. Il giro ci avrebbe richiesto circa 5.30 - 6 ore di cammino senza soste.
Con Anna parto da La Visalle (m.1659), in Val Veny, il 5 agosto 2005. La prima ora di cammino si svolge sulla strada una volta percorribile
dalla auto fino al ponte di Combal (m.1959). Al di là si estende la piana del Combal, un tempo occupata da un lago oggi
diventato un acquitrino. L'attraversiamo con una noiosa sterrata per circa una mezz'ora. Poi alcuni tornanti salgono al
rifugio Elisabetta (m.2200), in vista della Aiguilles de Trélatete e del ghiacciaio di La Lex
Blanche (il ghiacciaio si è molto ritirato rispetto a come lo ricordavo nel 1982, quando arrivava fin quasi al rifugio).
Dal rifugio il percorso si fa più piacevole. Torniamo indietro di qualche minuto fino ai ruderi di una caserma e prendiamo
il sentiero per il Col de la Seigne. Alla nostra sinistra è ben visibile il sentiero che risale il fianco destro idrografico
della valle verso il Col di Chavannes. Andiamo a prenderlo attraversando, senza traccia, il
pianeggiante ed erboso fondovalle, superando il torrente con un guado aiutandoci con i sassi affioranti (in piena estate il
guado non ci ha posto problemi). Seguendo il sentiero per il Col di Chavannes saliamo a tornanti
fino a raggiungere il colle,
a 2603 metri. Via via che si sale la vista si fa sempre più ampia sul
Monte Bianco e sulle Grandes Jorasses. Di fronte a noi le Pyramides Calcaires (m.2726) emergono dal fondovalle della Val Veny.
Al colle prendiamo la sterrata che percorre il lungo vallone di Chavannes, abbandonandola ben presto
per un piccolo ma ben marcato sentiero che si stacca a sinistra, seguendo l'indicazione per il Mont Fortin. Percorrendo
pascoli costellati da alcuni laghetti, con viste sul ghiacciaio del Rutor e su quello più lontano della Vanoise, il sentiero
conduce sul Mont Fortin (m.2758) con un ultimo tratto un pò più in pendenza. Sulla cima
ricompare imponente il Monte Bianco e la vista si spinge fino al lontano gruppo del Monte Rosa.
Dalla cima scendiamo sul versante Val Veny per uno stretto sentiero che percorre dapprima una scomoda pietraia. Poi si porta su pascoli
(avvistate alcune marmotte) e lasciando a destra i casolari dell'Arp Vieille superiore scende verso l'Arp Vieille
inferiore (m.2073). Da qui un ultimo tratto di discesa porta al ponte di Combal. Ora non resta che ripercorrere la strada
della Val Veny fino al punto di partenza.