Da Entracque andiamo in auto sulla strada per San Giacomo, poi deviamo verso la valle della Rovina e parcheggiamo all'inizio del Lago della Rovina, dove la sosta era ancora libera. In cima al lago si trova un'altro parcheggio, questo a pagamento (m.1545). Lo raggiungiamo a piedi in 10 minuti e troviamo subito il bivio: si può salire al rifugio per il sentiero diretto, ripido e con qualche tratto attrezzato, oppure con quello che sale gradualmente con un'ampia deviazione. Scegliamo quest'ultimo perché questa passeggiata deve essere rilassante e con due lunghi traversi in leggera ascesa intervallati da alcuni tornanti saliamo per ampio sentiero fino all'altezza della Diga del Chiotas, dove sbuca il sentiero diretto. Finora il panorama è stato caratterizzato dall'aguzza Cima dell'Oriol e dalla Diga del Chiotas, importante opera umana nel Parco Naturale delle Alpi Marittime che nelle altre valli è poco antropizzato.
Costeggiamo il lago artificiale, oggi piuttosto basso, mentre alla nostra destra compare il versante est del massiccio dell'Argentera con varie cime
tra cui la massima, che con 3290 metri è la più alta delle Alpi Marittime. Descrivendo un semicerchio attorno al lago arriviamo al rifugio Genova-Figari (m.2010),
nei cui pressi si trova uno specchio d'acqua questa volta naturale: il Lago del Brocan.
Al ritorno, nelle vicinanze del lago del Chiotas e poco più a valle, possiamo vedere camosci e stambecchi, questi ultimi a pochi passi dal sentiero.
Da Entracque andiamo in auto alla località San Giacomo (m.1213), dove ci sono poche case, un bar e un ampio parcheggio. Imbocchiamo la sterrata
sulla destra che percorre la valle del torrente Gesso della Barra, all'inizio con alcuni tornanti nella faggeta e poi con salita graduale
su terreno sempre più aperto. A un certo punto, a circa 1400 metri di quota, un pò nascosti dalla vegetazione si trovano i resti di un bunker: siamo
probabilmente nel cosiddetto "Piazzale dei cannoni".
Più avanti la valle si apre con una bella veduta del Monte Gelas (m.3143) sulla sinistra. La pista sterrata continua a destra salendo
con alcuni tornanti il gradino detto Passo di Peirastreccia, che significa "pietra stretta" e dove appunto la valle si restringe per pochi
passi prima di allargarsi nuovamente. Più avanti un ampio tornante, evitabile con una scorciatoia, supera una altro gradino oltre il
quale si trova il Piano del Praiet (m.1790) sottostante il rifugio Soria-Ellena (m.1830). Questo si raggiunge sempre lungo la pista con un ampio giro
oppure con una salita diretta sul sentierino che passa vicino al casolare Gias del Praiet, ora diventato locale invernale del rifugio.