Partiamo dal Gias delle Mosche (m.1591), località raggiunta da Terme di Valdieri con circa 3 km di stretta strada. Alla partenza del sentiero
per il rifugio e poco oltre ci sono alcune aree di parcheggio.
Il sentiero sale dapprima ripido nel bosco con stretti tornanti, poi esce sui pascoli del Vallone dell'Argentera, nome assai indovinato
visto che si ha davanti l'intero versante ovest di questa montagna, la cui vetta massima raggiunge i 3290 metri. Alle spalle di chi sale si vedono
dapprima il dentellato Monte Matto (m.3094), poi la Testa di Bresses (m.2824), ai cui piedi sappiamo esserci i Laghi di Fremamorta.
Il sentiero sale poi sul lato sinistro del vallone (destro idrografico) fino a portarsi in quota. Qui percorre un tratto pianeggiante poi su scomoda pietraia
si affrontano gli ultimi tornanti che portano al rifugio, composto da due edifici, il vecchio e il nuovo.
Sulla pietraia accanto al rifugio si muoveva uno stambecco mentre sulla parete del sovrastante Corno Stella, una cima alta 3050 metri
un pò staccata dall'Argentera, si cimentavano alcuni arrampicatori. Uno dei gestori ci diceva che la grande maggioranza di chi pernotta
al rifugio è costituita proprio da rocciatori, molto più rari sono i pernottamenti degli escursionisti.
Partiamo a piedi dal Gias delle Mosche, come per il rifugio Bozano, ma stavolta seguiamo la strada sterrata di fondovalle fino al Piano della Casa (m.1750),
dove una volta esisteva appunto una casa di caccia del Re Vittorio Emanuele II. Al Piano della Casa il sentiero si inerpica sulla sinistra della valle
verso un gradino roccioso da cui scende una cascata. Aggirato il gradino salendo sulla sinistra, tra pietraie il sentiero punta verso il rifugio che ora
è ben evidente ed è sormontato dall'imponente e rocciosa Cima di Nasta (m.3105). Nell'ultimo tratto il sentiero aggira la prominenza su cui sorge il rifugio
e lo raggiunge con gli ultimi tornanti.
Da qui si può vedere il canalone detritico che conduce alla parte alta della cima maggiore dell'Argentera e alla sua via normale di salita, non visibile dal rifugio.
Sotto la Cima di Nasta si trova invece il lago di Nasta, raggiungibile per sentiero su pietraia.
Itinerario molto panoramico nella parte alta, dopo i Piani del Valsaco, un pò monotono nella parte bassa.
Si parte da Terme di Valdieri a 1368 metri (parcheggio a pagamento). La prima parte consiste nel salire il Vallone del Valasco lungo la pista sterrata.
La valle si allarga improvvisamente al Piano Inferiore del Valasco (m.1763), dove si trova la casa di caccia di Re Vittorio Emanuele II ora completamente
ristrutturata e diventata il rifugio Valasco.
Attraversato il Piano Inferiore si sale quasi subito al Piano Superiore del Valasco, al cui termine la sterrata comincia a salire con tornanti regolari nel lariceto.
A circa 2000 metri di quota la si abbandona per imboccare un sentierino diretto al rifugio Questa e che si inerpica sul ripido pendio fino ad uscire dal bosco ed
incrociare, a circa 2300 metri di quota, la strada militare che con direzione sudest-nordovest corre circa parallela al vicino confine con la Francia. Questa opera
militare venne costruita tra il 1906 e il 1909 con annesse caserme, casermette ed altre costruzioni. Lo stesso rifugio Questa era in origine un ricovero militare.
Con un ultimo tratto in salita si raggiungono prima il lago delle Portette e poi il vicino rifugio Emilio Questa (m.2388). Intanto la vista si è fatta più ampia
offrendo il panorama dall'alto dei Piani del Valasco e la visione dell'Argentera.
Dal rifugio Questa un sentierino va verso nord-ovest, alternativo ai tornanti della strada militare, valica un dosso e scende al lago del Claus (m2344).
Da qui il tratto meglio conservato della strada militare guida nell'attraversare una pietraia, sale un costone da cui si dominano alle nostre spalle l'Argentera e
altre montagne (Cima di Nasta, Il Bastione, Cima di Brocan) mentre davanti, circa 100 metri sotto di noi, si trova il lago inferiore di Valscura.
Scesi al lago, tutt'attorno ci sono resti di edifici militari. Aguzzando la vista verso la parte alta della valle si distingue quella che era una caserma costruita
durante la Grande Guerra. Dal lago si scende sempre per strada sterrata di origine militare fino in vista di una breve galleria. La strada militare continua in
galleria e poi con un ampio tornante, un sentiero consente di accorciare il percorso evitando entrambi. Ancora poche centinaia di metri e si arriva al bivio con il
sentierino per il rifugio Questa percorso all'andata. Da questo punto l'itinerario ricalca quello dell'andata e nella parte bassa diventa per forza un pò monotono.
Anche per questo rifugio si parte da Terme di Valdieri. La prima parte della salita è un sentiero che sale con numerosi tornanti nella faggeta. Qui sulle Alpi
Marittime il faggio arriva spesso a 1500-1700 metri prima di lasciare il posto ai larici. Usciti dal bosco si entra nella conca prativa dove si trovano il laghetto
detto Lagarot di Lourousa e l'alpeggio diroccato del Gias del Lagarot. Sulla destra la vista si apre su tre cime del gruppo dell'Argentera (il Monte Stella, il
Gelas di Luorousa e il Corno Stella) e sul canalone di Luorousa che scende dal colletto Coolidge, roccioso intaglio tra il Monte Stella e il Gelas di Luorousa.
Durante l'inverno il canalone è ancora oggi una scalata molto ambita dai ghiacciatori. Durante l'estate la presenza della neve è molto ridotta, specie in questi
ultimi anni. Oggi, nonostante l'estate molto calda, c'è ancora una linuga di neve che percorre il canale.
Il canalone venne in parte salito dai primi salitori dell'Argentera, nel 1879. Autori della scalata il reverendo americano William Coolidge, che viveva in
Gran Bretagna e passava le vacanze sulle Alpi, con le sue guide svizzere Christian e Ulrich Almer. Percorsa la parte inferiore del canalone, essi deviarono
poi sulle rocce a destra e raggiunsero la cima massima dell'Argentera, che da qui non è visibile.
Molto ambita dagli arrampicatori è la parete del Corno Stella (m.3050), sulla quale sono state aperte impegnative vie di salita.
Superato il Gias del Lagarot, il sentiero si inerpica sulla morena che sbarra la valle, oltre la quale è ormai ben visibile il rifugio, che si raggiunge con
un'ultima serie di tornanti. Tra gli "ospiti" del rifugio troviamo anche un gruppo di stambecchi per nulla intimoriti dalla presenza degli escursionisti.
Volendo proseguire, si può raggiungere per sentiero il non distante Colle del Chiapous da cui ci si affaccia sulla conca dove si trovano il lago del Chiotas
e il rifugio Genova.
Verso sera, durante la discesa, tra i larici e i faggi della parte bassa della valle avvistiamo diversi camosci.
Il sentiero inizia a Sant'Anna di Valdieri. Il rifugio è il meno panoramico tra quelli trattati in questa pagina ma la visita al lago Sottano della Sella vale
l'escursione. Inoltre il rifugio può essere utilizzato come pernottamento per salire il sovrastante e panoramico Monte Matto.
Si comincia a salire tra le ultime case del paese, arrivando da Valdieri o da Entracque, seguendo una ripida stradina
asfaltata a tornanti. Essa ben presto diventa un ampio sentiero che si inoltra, all'inizio piuttosto ripido, nella Valle della Meris inizialmente stretta e
coperta di boschi di faggio.
Guadagnata quota, la valle si fa più ampia e i boschi cedono il posto allo spazio erboso e sassoso del Gias del Prato, popolato da numerose marmotte e dove termina
il tratto più ripido. Più avanti si sale senza strappi ad un'altra zona prativa, il Gias del Chiot della Sella, anch'esso casa di marmotte e al momento della nostra visita
anche di una mandria di bovini. Comunque non ricordiamo di aver visto così tante marmotte come in questa valle.
Salendo lungo la valle, anche ora con pendenza moderata, si arriva al lago Sottano della Sella a 1870 metri. Se ne attraversa l'emissario sopra una piccola
cascata e piegando a sinistra si raggiunge il rifugio, posto 20 metri più in alto e visibile soltanto all'ultimo momento perché nascosto da un dosso.