La mia seconda salita al Corona Troggi si è svolta il 18 febbraio 2018, 14 anni dopo la prima.
Questa volta partiamo in quattro dal parcheggio sottostante l'Alpe Devero, quello dopo la prima galleria della strada che sale da Goglio, a circa 1500 metri.
Iniziamo con qualche tornante tracciato sul lato destro idrografico (sinistro salendo) della valletta che verso nord-est porta all'intaglio della Forcoletta.
Poco dopo troviamo un breve pendio abbastanza ripido di neve abbastanza dura dove ho dovuto piantare con energia i chiodi delle racchette e le punte dei
bastoni per non scivolare. Sbucati su un traverso pianeggiante, noto una traccia più bassa che probabilmente evitava il tratto ripido: forse bisognava salire sul
lato sinistro idrografico della valletta (destro salendo). Lungo il traverso vediamo anche i resti d una piccola slavina.
Terminato il traverso trascuriamo il canale che sale dritto verso la Forcoletta e saliamo a destra per un'altro canale, meno ripido che
all'inizio e dove la neve è meno dura, e sbuchiamo nel piano dell'Alpe Fontane.
Dopo l'alpe continuiamo in salita in un'altro canale verso est alla fine del quale, come dalle relazioni che abbiamo letto, pieghiamo nettamente a sinistra.
Dopo un breve tratto pianeggiante, saliamo a destra un altro breve pendio-canale e sbuchiamo fuori dal bosco sugli ampi pendii innevati del Corona Troggi.
Con qualche tratto di salita diretta, e qualche altro affrontato a tornanti, arriviamo in cima a 2309 metri. La giornata è di quelle serene e resterà così
fino a pomeriggio inoltrato, per cui veniamo ricompensati da un ampio panorama.
In discesa, alla base del pendio finale, optiamo per un percorso ad anello. Percorriamo verso nord-est l'ampio pianoro innevato alla base del Corona Troggi
e del Monte del Sangiatto fino ad arrivare all'Alpe del Sangiatto, dove facciamo la sosta pranzo. Continuiamo a scendere verso la piana
del Devero, su piste tracciate facendo un pò di "tagli", passando dalla casa isolata di Corte d'Ardui dalla quale una passeggiata nel bosco lungo il torrente Devero
ci porta allo sbocco della piana del Devero. Da qui lungo la strada scendiamo al punto di partenza, dopo 4 ore e mezza di camminata effettiva.
In precedenza, in una giornata di sole di inizio febbraio 2004, ero salito con alcuni amici al Corona Troggi partendo dall'Alpe Devero.
Calzate le racchette da neve all'inizio del pianoro, ci siamo diretti verso N-E lungo la valletta del torrente Devero che scende
dal lago artificiale omonimo. Piegando a destra siamo saliti nel rado bosco passando non distante dai laghi del Sangiatto.
Usciti dal limite degli alberi abbiamo percorso il pendio O-N-O del monte fino alla cima (m.2309). Nella seconda
parte della salita ci ha accompagnato un bel panorama sul monte Cervandone, sulle altre montagne che circondano l'Alpe Devero,
sul monte Leone e sul più lontano gruppo del Monte Weissmiess.
E' il 12 dicembre 2004. Io e un'amica siamo alle prime gite con le racchette da neve e pertanto scegliamo una cima facile.
Partiamo dall'Alpe Devero e all'inizio della piana giriamo a sinistra (est) raggiungendo in
pochi minuti le case di Piedimonte (m.1644). Qui superiamo con un ponticello il torrente Buscagna e cominciamo a salire.
La neve è abbastanza dura e percorsa da numerose tracce di escursionisti che hanno già scelto la nostra meta. Entriamo
nella prima valletta a sinistra (sud) e raggiungiamo l'Alpe Misanco (m.1907). Da qui puntiamo dritti
verso sud, sempre sfruttando una marcata traccia nella neve. Avendo alle spalle la massiccia mole del Monte Cervandone,
usciamo gradualmente dal bosco sbucando sulla parte sommitale del Monte Cazzola, sopra la stazione di arrivo degli skilift.
Lasciata questa in basso a sinistra, giriamo a destra (sud-ovest) e raggiungiamo l'ampia cima a 2330 metri. Abbiamo impiegato
2.15-2.20 ore.
Ci troviamo al centro di un anfiteatro di montagne che vanno dalla Punta Gnifetti (appena visibile), all'Andolla,
al Monte Leone, al Cervandone, alla Punta d'Arbola: un bel panorama per questa gita di inizio inverno.