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Partiamo io e l'amico Giuliano R per salire la vetta più alta del gruppo del Catinaccio, e una delle più accessibili grazie alla via ferrata non difficile.
Parcheggiamo a Pera di Fassa, alla partenza degli impianti di risalita e della navetta per il rifugio Gardeccia. Prendiamo la navetta e pernottiamo al rifugio
Vajolet che dista un'ora di cammino. La mattina seguente arriviamo al Passo Principe alle 8.30 senza che nessuno ci abbia per ora seguito. Al Passo Principe si preparano
due persone, a quest'ora non c'è affollamento.
Un sentierino sale all'attacco della ferrata del Catinaccio d'Antermoia e carponi passiamo sotto una sporgenza
della roccia. Aggirato uno sperone roccioso superiamo un breve tratto di roccette un pò liscie e non attrezzate. Gli esperti sorrideranno ma io sono costretto a un
passo quasi più lungo della gamba. Da qui in avanti il cavo è sempre presente ogni volta che è utile, sui percorsi di salita e di discesa, tranne che sulla cresta
sommitale. Si susseguono cenge, paretine di roccette e una scaletta di pochi pioli che fa scendere sul cengione ascendente che caratterizza la parete ovest della
montagna. Intanto la vista sia apre sul Catinaccio mentre via via compaiono sullo sfondo le Alpi dal Brenta-Adamello alle Noriche.
Sul cengione, dopo una prima parte ghiaiosa, i cavi guidano su roccette a sinistra, forse perché meno friabili o forse per fare divertire un pò di più gli utenti delle vie ferrate. Si arriva così in vista della cresta sommitale, che si raggiunge svoltando a destra su cengietta. La cresta non è larga ma è percorsa da una traccia di sentiero, direi che è esposta quanto può esserlo una cresta non particolarmente affilata, personalmente non mi sento a disagio nonostante soffra l'esposizione e naturalmente bisogna camminarvi con sufficiente attenzione. Solo a 2/3 si trova un saltino di roccia ma poiché è particolarmente appigliato lo supero di slancio e raggiungo la croce della vetta. Sono le 10 passate da pochi minuti e oggi siamo i primi. Il panorama a 360 gradi mostra molte delle principale cime dolomitiche con sullo sfondo una consistente fetta delle Alpi Retiche e Noriche.
Intanto ci hanno raggiunto due persone, sulla cresta ne sono arrivate altre tre. Dopo i convenevoli con il simpatico duo, io e l'amico Giuliano iniziamo la discesa lungo la via ferrata del versante est. E' un susseguirsi di paretine di roccette, cengie ghiaiose, tratti di sentiero, due scalette e ricordo una cengietta brevissima, stretta, un pò esposta e con roccia bagnata.
Alla base della parete si traversa verso il sentiero 584 che valica il Passo Antermoia, prima attraversando una zona di roccette sempre con cavo e poi su normale
sentiero. Una breve salita porta al Passo Antermoia dove vogliamo salire anche la Cima Scalieret. Su sentierino segnato in bianco-rosso raggiungiamo un passo
convinti che sia il Passo Scalieret e scopriamo che si affaccia sulla Val di Larsec, che non è quella giusta perché la nostra cima è più ad ovest.
Puntiamo a una modesta cima ghiaiosa sulla destra, forse la Cima Larsec, credendola per un attimo la Scalieret che però vediamo ancora più a ovest.
Da qui per scendere c'è un salto di roccia e quindi torniamo al Passo e troviamo il sentiero giusto, segnato solo da un ometto.
Il sentiero per la Scalieret attraversa un ghiaione, passa sotto il salto roccioso su cui cui eravamo prima e intagliato brevemente nella roccia sbuca al Passo
Scalieret. Da qui prosegue un pò sul versante est e un pò sulla cresta da cui c'è un'ampia veduta della Valle del Vaiolet. A pochi metri dalla cima c'è un tratto
di cresta rocciosa che si può percorrere e che io aggiro seguendo una traccia sulla destra. Sulla cima della Scalieret arriviamo alle 13, il Catinaccio sta proprio
di fronte sull'altro lato della Valle. La cima dell'Antermoia adesso è piena di gente. Facciamo 15 minuti di sosta per mangiare qualcosa e intando Giuliano individua
un sentierino che sembra scendere direttamente nella Valle del Vaiolet. Sulla mia cartina non è segnato, decidiamo di non tentare avventure e rientriamo per la via
di salita.
Scendendo verso il Rifugio Principe non lo raggiungiamo ma a un certo punto accorciamo la discesa seguendo una traccia su ghiaia che sbuca sul sentiero della Valle del Vaiolet. Dò uno sguardo alla Cima Scalieret e vedo nella parte bassa una traccia che scende, raggiunge il fondovalle dove la gola del torrente si interrompe e risale al rifugio Vajolet. La sicurezza che questo sia un sentiero diretto per la Scalieret al momento però non l'abbiamo. Scendiamo quindi al rifugio Vaiolet e infine al Gardeccia per prendere la navetta che ci riporta a Pera di Fassa.