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Castore m.4225 - gruppo del Monte Rosa

La gita si è svolta il 5 e 6 settembre 2009. Abbiamo seguito una pista marcata lungo la via normale, interamente su neve e ghiaccio.
La cresta che porta in vetta era, a detta di molti che l'avevano già salita, decisamente più stretta delle volte precedenti. Il punto in cui fare attenzione si trovava pochi metri sotto la cima, dove la scomparsa della neve aveva lasciato scoperto il ghiaccio, ma non si poteva parlare di ghiaccio vivo. Lungo la traccia solo due crepacci: uno nella parte bassa del ghiacciaio e la crepaccia terminale.
Dal rifugio Quintino Sella abbiamo impiegato 3 ore, come dicono molte relazioni. E pazienza se le batterie della mia macchina fotografica hanno smesso di funzionare dopo il colle del Felik e se il vento ci ha un pò disturbato nel percorso di cresta.

Primo giorno: salita al rifugio Quintino Sella (m.3606).

Questa è stata per me la parte più faticosa della gita. Leggo spesso che servono 3 ore per salire al rifugio, io ne ho impiegate quasi 4 e mezza soste comprese.
Dal Colle della Bettaforca (m.2727), raggiunto con gli impianti di Gressoney, saliamo per sentiero al Passo della Bettolina e poi all'incontro col sentiero che sale dal Pian di Verra (versante di Ayas). Fin qui una piacevole escursione con vista su varie cime del Monte Rosa e sulla Val d'Ayas.
Oltre si comincia a salire su detriti. Dopo un tratto pianeggiante si risale un pendio sul quale la pendenza aumenta decisamente e che culmina su una cresta rocciosa. In questo tratto lo stretto sentiero si destreggia tra i sassi regalandomi una salita decisamente faticosa.
Raggiunta la cresta bisogna percorrerla prima in orizzontale e poi superare un salto di roccia. Fortunatamete questo tratto di itinerario è sempre attrezzato con una robusta corda di canapa. Si arriva così sul pianoro dove sorge il rifugio, a pochi passi dal ghiacciaio e con il Castore di fronte.

Secondo giorno: salita al Castore (m.4225).

Si comincia al buio lungo una pista sul ghiacciaio del Felik, che con pendenza complessivamente bassa porta ad un pianoro proprio sotto la cresta del Castore. Al centro del pianoro si è circa all'altezza della Punta Perazzi (m.3906), che abbiamo lasciato a sinistra.

Dal pianoro si punta alla estremità est della cresta, con un percorso che salendo con decisione taglia il pendio in diagonale, supera la crepaccia terminale e raggiunge la cresta. La si percorre verso sinistra, con vista suggestiva ma non impressionante dei pendii nevosi che scendono ai lati.
Salita una prima elevazione si scende brevemente al colle del Felik (m.4061). Da qui la cresta sale prima molto ampia poi si restringe decisamente per arrivare sulla quota 4173 o Punta Felik. Subito dopo troviamo il tratto più stretto (circa 30 passi) ma con una traccia ben marcata. Ancora una anticima e poi si raggiunge la vetta principale, che non è grande e prosegue con una sottile cresta orizzontale.
Bastano quindi poche persone per coprirmi una parte del panorama: intravedo il Cervino e la Dent Blanche mentre verso i Lyskamm e la catena Stralhorn-Mischabel la vista è decisamente sgombra. Causa vento e affollamento ci fermiamo pochi minuti per concederci poi una pausa più lunga sulla Punta Felik.
La discesa del ghiacciaio non riserva sorprese. Decisamente più faticosa la discesa lungo il sentiero fino alla stazione degli impianti.


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