Becca d'Oren Est (m.3532, Valpelline) - panorama dalla cima
La Becca d’Oren è una montagna al confine tra Italia e Svizzera, nelle Alpi Pennine che chiudono a nord la Valpelline. Presenta tre cime di cui la più alta è quella Est (m.3532).
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Primo giorno: salita al rifugio Nacamuli (m.2828).
Da Aosta percorriamo in auto la strada della Valpelline fino al suo termine, alla diga di Place Moulin (m.1970), dove posteggiamo in un ampio piazzale.
All'inizio, lungo il lago, troviamo l’itinerario monotono, ravvivato soltanto dalla fioritura primaverile. Preferiamo il sentiero che si tiene un po’ alto rispetto alla strada sterrata e che dopo circa un’ora raggiunge un bivio: a destra si scende al rifugio Prarayer, a sinistra si comincia a salire nella Comba d’Oren.
Alla baita d’Oren, a circa 2150 metri, cominciava la neve.
Percorriamo il fondovalle, superando l’alpe La Garda (m.2211), con un lungo tratto che guadagna quota lentamente fino ad una morena che sbarra il passo. La aggiriamo sulla destra passando in un corridoio con pendenza un pò accentuata e a ridosso delle rocce.
Giungiamo nella conca detta Plan du Gan, a circa 2500 metri. Qui una freccia su un masso indica il sentiero estivo, oggi sepolto dalla neve e non marcato da tracce. Proseguiamo quindi nella conca, lungo le piste di racchette e sci, fino alla base di un salto sulla destra, in cima al quale per un momento si vede il rifugio. La Becca d'Oren è invece proprio di fronte ma non è questo il versante della nostra salita: aggireremo la montagna verso est fino al Col Collon, passeremo sul versante nord dello spartiacque e torneremo verso ovest fino alla cima.
Davanti a noi ci sono tre canali innevati, prendiamo quello di destra nel senso di salita. Il primo tratto è mediamente ripido, segue un tratto più dolce ma il tratto più ripido è l’ultimo. Qui mettiamo i ramponi. Sbuchiamo quindi in un pianoro proprio sotto le rocce che sostengono il rifugio. Passandovi sotto con direzione nord-est e poi tornando indietro a semicerchio su tracce marcate e sentiero estivo (ora in parte visibile) arriviamo al rifugio. Tempo impiegato 4.30 ore più le soste.
Secondo giorno: salita alla Becca d'Oren Est (m.3532) per il Col Collon.
Partiamo dal rifugio alle 6.00 circa. Troviamo subito una traccia ben marcata nella neve che, tranne due brevi e scomodi traversi iniziali su terra e rocce affioranti, ci porta poco sotto il Col Collon (m.3114) senza perdere quota. Se questa pista non fosse stata presente ci saremmo abbassati nella conca sotto il rifugio e avremmo raggiunto il colle lungo una delle tante tracce ma facendo un dislivello maggiore.
Dal colle senza perdere quota ci portiamo sul versante svizzero, camminando sulla neve aggiriamo uno sperone roccioso ed entriamo in una conca nella parte alta del Glacier d’Arolla. Continuiamo verso ovest diretti ad una zona di seracchi che superiamo al centro sfruttando un’ampia e sicura dorsale percorsa da molte tracce. Evitati così i pericoli maggiori sbuchiamo nella conca sotto il Col de l’Eveque. Dietro il colle ci appare la cuspide nevosa della Becca, prima coperta da una piccola nube. Camminiamo presso una evidente pista di sci-alpinisti che ci porta sul colle. Il panorama dietro di noi si è fatto ampio e si possono ammirare importanti cime delle Alpi Pennine: Dent Blanche, Dents des Bouquetins, Tete de Valpelline, Dent d’Hérens (che nasconde il Cervino), Grandes Murailles (tutte cime tra i 3800 e i 4300 metri). Proprio sopra di noi c'è invece la cima rocciosa dell'Eveque (m.3716).
Dal Col de l’Eveque (m.3390) per l’ampia cresta a sinistra siamo sulla piccola cima quotata 3437. Da questa scendiamo di pochi metri alla base della vera cima (è possibile arrivare qui direttamente dal Col de l’Eveque) e sfruttando le tracce diagonali di chi ci ha preceduto raggiungiamo la vetta della Becca d’Oren Est (m.3532) alle ore 9.20. Verso ovest vediamo la cresta rocciosa della Sengla (m.3714) e più lontani il Grand Combin e il Monte Bianco. Verso nord scende il Glacier du Mont Collon.
Il ritorno è per lo stesso itinerario. La discesa fino al rifugio Nacamuli ci ha richiesto poco più di due ore. Dal rifugio all’auto, per i motivi indicati all’inizio, abbiamo impiegato quasi 5 ore.